martedì 30 dicembre 2014

Le Pievi

Nelle zone più evangelizzate, come detto, il centro  è costituito dalla Diocesi, divisa a sua volta in “paroecie”  poi pievi.
Il termine “pieve” proprio del nord e del centro Italia compare per la prima volta nelle carte longobarde di Arezzo del 715 ; si trova anche citato dal V sec. anche se il suo significato andrebbe forse piuttosto inteso come “comunità di fedeli”   legata ad un territorio anziché intesa come luogo di culto.


Ciò sino alla fine del VII sec ed inizio dell’VIII dove in Tuscia il termine “plebs” viene ad indicare sia la chiesa battesimale che la circoscrizione territoriale.
Il Papa Gelasio  già alla fine del V sec fa una distinzione fra diocesis/ ecclesia (diocesi), paroecia/ecclesia (chiesa battesimale) e oratorium/basilica (chiesa minore) .
Violante definiva la pieve che dipendeva dal vescovo come “centro della organizzazione ecclesiastica del contadoed era la sola chiesa con fonte battesimale e dall'XI sec. anche cimitero, dove ci si doveva recare in occasione di feste religiose importanti e anche da parte dei battezzati, versare lì la “decima”.


Alla pieve, infatti, come diritto di mantenimento erano dovute le  “decime , introdotte nel periodo carolingio, per cui la pieve aveva il diritto di riscuotere la decima o  spesso anche meno, parte dei prodotti dell’azienda agricola.
Le “decime”, inizialmente riscosse dal vescovo potevano essere divise in quattro parti: al vescovo, al clero plebano, ai poveri ed alla manutenzione degli edifici sacri .
Sino alla fine dell’XI sec si ebbe un’espansione delle costituzioni di nuove pievi, talvolta dallo smembramento di precedenti, sia per la nascita di nuovi centri urbani più importanti, sia per la richiesta delle popolazioni di avere maggiore vicinanza soprattutto in periodi di invasioni e guerre con la chiesa battesimale.
Sorsero anche chiese all’interno delle “curtes” carolinge per cui la decima della “pars dominica” andava a questa e quella della della “massaricia”  alla pieve.

Pieve San Lorenzo a Minucciano
E’ importante il dibattito aperto a suo tempo sulla continuità amministrativa “conciliabulum” ligure, pago romano e pieve.
Pieve dell'Assunta a Fornovo
Pieve di Bardone, lastra di S. Margherita
Pieve di Bardone
Pieve San Lorenzo

Pieve San Lorenzo

Lastra del Martirio di Santa Margherita a Fornovo

Se ne fanno portatori il Mariotti per la Pieve di Santa Maria Assunta di Fornovo Taro, Ubaldo Formentini, Pietro Ferrari e Manfredo Giuliani per la Lunigiana.
Si affiancano gli studi di eminenti studiosi quali il Bognetti  per gli studi sul Frignano , il Serra , il Sereni  che riconosce tale possibilità nella montagna ligure di levante.


Augusto C. Ambrosi  attesta invece la difficoltà di proporre le tesi del Formentini in modo assoluto ed il Violante  che in generale nega la teoria della continuità, la  ritiene possibile nelle zone emiliane di montagna

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