Abbazia |
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Duomo |
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Ponte Gobbo |
Lì nel 614, nasce l'abbazia, che fu definita la Montecassino del nord. Agilulfo le donò molti terreni, anche se si poteva sempre pensare fossero in funzione antibizantina, a controllo del territorio.
L'abbazia si espande nel nord Italia, sempre in seguito a donazioni e forma delle curtis agricole, che saranno alla base del suo potere temporale e da cui ricava tutto il cibo necessario.
La curtis più importante fu quella nell'attuale Borgotaro...la "curtis turris cum appenditiis suis" con beni a Calice, Albareto, Solignano.
Il 22 agosto 843 l'imperatore Lotario I aconfermòmundeburdio regio, cioè
l'esenzione dal fisco e l'immunità dai pubblici ufficiali; questo atto però
consentiva all'imperatore la possibilità di utilizzare gli immensi beni del Monastero per costituire benefici feudali a favore dei
propri fedeli.
S.Apollinare di Calice |
Tomba romana studiata dal Formentini a Calice |
Calice |
Prima dell'edictum de beneficiis di Corrado il Salico
del 1037, il beneficio era un vero stipendium in cambio di una prestazione;
era cioè il reddito di un bene e non era peraltro un atto scritto, ma verbale e
non era soggetto di negoziazione, nonché revocabile in ogni momento.
Gran parte delle terre oggetto di benefici erano state però
allivellate per evitare che le concessioni non essendo regolate
dall'ordinamento giuridico potessero essere revocate.
Nel 982 Ottone II destinò Gerberto di Aurillac a Bobbio e
nuovi abati anche a Farfa e Nonantola, monasteri regi, per cercare di mettere
ordine alle varie concessioni abbaziali.
Nel Capitulare Ticinense de praediis eccelsiarum del
20 sett. 998, ispirato probabilmente da Gerberto, si stabilì infatti che alla
morte dei concedenti, il beneficio potesse essere ritirato.
L'Abate di Bobbio nel 1014, fu poi elevato a Vescovo da Enrico
II per sottrarre i beni del Monastero all'influenza degli obertenghi e dei loro
vassalli; gli Abati precedenti si erano invece preoccupati di gestire la pars
beneficiaria in funzione dei propri interessi famigliari ed economici.
Il patrimonio del
Monastero di Bobbio era diviso in 2 parti: mensa conventuale,
destinata al mantenimento del Monastero e mensa abbaziale che costituiva
appunto, la pars beneficiaria.
Quest'ultima, che era pari ai 2/3 dell'immenso
patrimonio dopo il 970 fu concessa, come ricordato, dall'imperatore
Ottone I, ad Oberto I.
Questi la distribuì ad una quindicina di personaggi a lui
fedeli, badando però a concedere parti
delle stesse località a più persone onde non costituire forti realtà
territoriali.
Fra i beneficiari vi erano anche Corrado di Lavagna ( che si
dichiarò vassallo degli obertenghi), al quale dopo la sommossa romana del 1014
contro Enrico IV furono confiscati i
beni ed un Visconte di Parma.
Oberto I mantenne per se il cd. “beneficio militare” (beneficium
virili), che comprendeva beni nei comitati di Piacenza, Pavia e Tortona.
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