Si affermarono con la presa del potere di Carlo Magno nuovi
ceti “dominanti”, costituiti da famiglie di origine franca e operanti
soprattutto nelle regioni del nord e del centro Italia come la Toscana, che
assunsero la responsabilità di comitati, marche e delle grandi cariche dello
Stato.
Erano famiglie di funzionari imperiali che operarono a
supporto e nell'interesse dell'impero carolingio e non, quindi alla ricerca di
proprie affermazioni personali, ma piuttosto di valorizzazione dei beni
imperiali.
Le famiglie “nobili” di origine longobarda rimasero di
conseguenza al servizio dei nuovi padroni in posizioni di potere assai più
limitato; restò però loro il predominio delle circoscrizioni minori e delle
pievi.
Nel nuovo assetto territoriale, seguito all'invasione
longobarda della Maritima Italorum e delle sue dipendenze la Valceno e la media Valtaro comprese nel
comitato piacentino sarebbero entrate a far parte del distretto minore di
Castell' Arquato e la Lunigiana del comitato lunense. Tuttavia
una porzione della Diocesi di Luni, tuttora esistente ed ora in Diocesi di Pontremoli ancorchè
nel comune di Borgotaro, potrebbe spiegarsi quale enclàve del Kàstron Sòreon
di Filattiera in val Taro, mantenutasi per la persistenza degli antichi assetti
territoriali. Si tratta del territorio che dal crinale del Monte Molinatico
scende, quale sorta di cuneo in direzione di Ostia Parmense, all’imbocco a
monte della chiusa di Roccamurata. La zona a monte di Roccamurata fines castellana
del comitato arquatense ed aggregata quindi ai fines del Kàstron
Sòreon.
Il 27 maggio 884 a Lucca, Adalberto, conte e marchese di
Tuscia fa costruire ad Aulla vicino al castello, una chiesa; decide di donarle
oltre a beni nei comitati lunense e carfaniense “la mia casa e corte
donnicata nel luogo chiamato Arbaritulo, e la mia chiesa situata presso quella
stessa corte...con le case e
i beni donnicati e massarici ...e con la terza parte dei servi e delle serve...”.
Incoronazione di Carlo Magno |
Absice San Caprasio |
Abate San caprasio |
Cassa in gesso di San Caprasio |
Tomba san Caprasio |
il corpo di San Caprasio, dall'isola di Lèrins e lo tumulano dietro l'abside, per proteggerlo da eventuali invasioni dei Saraceni.
Una seconda tomba viene scavata nell'abside della chiesa dell'XI secolo in una cassa in gesso bianco.
L'antropologo Mallegni riconosce nei resti ossei un camminatore che si era nutrito negli ultimi 10 anni di pesci e crostacei, tale a S.Caprasio. La chiesa riconosce il tutto e lo nomina protettore della Francigena toscana
Corpo di san Caprasio e Mallegni |
Nessun commento:
Posta un commento