giovedì 8 gennaio 2015

I Franchi nella regione del Gottero

Si affermarono con la presa del potere di Carlo Magno nuovi ceti “dominanti”, costituiti da famiglie di origine franca e operanti soprattutto nelle regioni del nord e del centro Italia come la Toscana, che assunsero la responsabilità di comitati, marche e delle grandi cariche dello Stato.
Erano famiglie di funzionari imperiali che operarono a supporto e nell'interesse dell'impero carolingio e non, quindi alla ricerca di proprie affermazioni personali, ma piuttosto di valorizzazione dei beni imperiali.
Le famiglie “nobili” di origine longobarda rimasero di conseguenza al servizio dei nuovi padroni in posizioni di potere assai più limitato; restò però loro il predominio delle circoscrizioni minori e delle pievi.
Nel nuovo assetto territoriale, seguito all'invasione longobarda della Maritima Italorum e delle sue dipendenze  la Valceno e la media Valtaro comprese nel comitato piacentino sarebbero entrate a far parte del distretto minore di Castell' Arquato e la Lunigiana del comitato lunense. Tuttavia una porzione della Diocesi di Luni, tuttora esistente ed ora in Diocesi di Pontremoli ancorchè nel comune di Borgotaro, potrebbe spiegarsi quale enclàve del Kàstron Sòreon di Filattiera in val Taro, mantenutasi per la persistenza degli antichi assetti territoriali. Si tratta del territorio che dal crinale del Monte Molinatico scende, quale sorta di cuneo in direzione di Ostia Parmense, all’imbocco a monte della chiusa di Roccamurata. La  zona a monte di Roccamurata fines castellana del comitato arquatense ed aggregata quindi ai fines del Kàstron Sòreon. 
Il 27 maggio 884 a Lucca, Adalberto, conte e marchese di Tuscia fa costruire ad Aulla vicino al castello, una chiesa; decide di donarle oltre a beni nei comitati lunense e carfaniense “la mia casa e corte donnicata nel luogo chiamato Arbaritulo, e la mia chiesa situata presso quella stessa corte...con  le case e i beni donnicati e massarici ...e con la terza parte dei servi  e delle serve...”.
Incoronazione di Carlo Magno

Absice San Caprasio

Abate San caprasio

Cassa in gesso di San Caprasio

Tomba san Caprasio
 Nel X secolo, Adalberto II di Tuscia porta ad Aulla
il corpo di San Caprasio, dall'isola di Lèrins e lo tumulano dietro l'abside, per proteggerlo da eventuali invasioni dei Saraceni.
Una seconda tomba viene scavata nell'abside della chiesa dell'XI secolo in una cassa in gesso bianco.
L'antropologo Mallegni riconosce nei resti ossei un camminatore che si era nutrito negli ultimi 10 anni di pesci e crostacei, tale a S.Caprasio. La chiesa riconosce il tutto e lo nomina protettore della Francigena toscana
Corpo di san Caprasio e Mallegni

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